La storia della minigonna
Di: Emma Cincinelli, Luisa Mezzulli
Le dimensioni della minigonna
È un tipo di gonna con l’orlo inferiore che arriva molto sopra le ginocchia (lunghezza variabile a seconda dei modelli, nei primi introdotti 10/15 cm o più sopra la linea delle ginocchia, successivamente anche più corti), mostrando quindi una buona parte della coscia. Può essere aderente o meno ed è realizzata in vari tessuti (jeans, similpelle, cotone, PVC). Il termine mini è stato poi applicato anche ai vestiti che scoprono le gambe come le minigonne, nati circa nello stesso periodo, definiti mini-abiti.
Le origini della minigonna:
È un indumento unisex, generalmente la sua ideazione viene attribuita alla stilista del Regno Unito Mary Quant, anche se la vera origine è dibattuta e contesa da altri stilisti. Il nome Mini viene dalla nota automobile Mini .La minigonna nasce negli anni cinquanta per poi diventare popolare negli anni sessanta. Durante i suoi decenni di esistenza è stata più volte dichiarata morta sia da critici di moda sia da importanti stilisti, ma il capo è rimasto in uso in molti paesi del mondo ininterrottamente dal momento della sua creazione ad oggi.
La rivoluzione:
A partire dalla fine del XIX secolo i primi movimenti femministi iniziarono a ritenere le gonne portate allora troppo scomode: queste erano costituite da tessuti pesanti, gonne lunghe fino a terra o poco meno, e spesso indossate sopra a sottovesti altrettanto lunghe. Con l’approssimarsi della fine del secolo la femminista francese Uhbertine Auclert arrivò a creare la “Lega per le gonne corte”, raccogliendo la rivendicazione di molte donne per un abbigliamento più comodo, che potesse garantire una maggiore autonomia di movimento. Già durante la prima guerra mondiale, si diffuse l’uso dei pantaloni tra le donne che lavoravano in fabbrica al posto dei mariti partiti per il fronte, al termine di questo periodo, la lunghezza delle gonne si accorciò rapidamente, nell’ambito di una forte evoluzione della moda femminile (questo stile divenne noto come flipper).
Nel passato
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la gonna venne sostituita dalla tunica fino all’Alto Medioevo. Invece, all’apice della Rivoluzione francese il rigonfiamento delle sottane si spostò dai fianchi sul dietro. Ad oggi esistono gonne di varie lunghezze e diverse fantasie, sono solitamente indossate da donne, ma in alcuni paesi del mondo, come in Svezia, è molto comune vederle indossata da uomini di tutte le età.

La ricorrenza:
La ricorrenza ha preso quasi subito piede, per rinsaldarsi con l’avvento del movimento femminista e per anni l’8 marzo ha significato lotta, rivendicazione e uguaglianza, valori che vengono uniti alla ricorrenza della gonna, come simbolo della donna. La minigonna divenne un potente simbolo di liberazione femminile, un gesto d’ indipendenza e di sfida alle tradizioni patriarcali. Durante gli anni ’60 e ’70, la società viveva un profondo cambiamento. La cultura giovanile si stava evolvendo alimentata dalle lotte per i diritti civili, il femminismo e la rivoluzione sessuale. Le donne iniziarono a ribellarsi contro la moda tradizionale e a rivendicare il diritto di scegliere come vestirsi e come mostrarsi.
La minigonna, divenne il simbolo per eccellenza della nuova generazione di donne che non temevano di essere al centro dell’attenzione. Non solo un capo di abbigliamento, ma anche un’affermazione di identità, che rifletteva l’autonomia e la voglia di sperimentare nuovi modi di vivere. La minigonna abbracciava l’idea che il corpo femminile potesse essere celebrato senza vergogna, rappresentando una vera e propria rivoluzione sociale.
Il successo globale e l’influenza della moda:
Nonostante le difficoltà iniziali, la minigonna divenne un fenomeno globale, abbracciato da giovani donne di tutto il mondo. Attraverso la musica, il cinema e la cultura popolare, la minigonna si diffuse in ogni angolo del pianeta, diventando un caposaldo delle tendenze degli anni ’60 e ’70. Celebri figure come Twiggy, l’iconica modella degli anni ’60, indossavano minigonne che esprimevano non solo una nuova estetica, ma anche un cambiamento radicale nel modo di vivere.
Oltre alla sua carica simbolica, la minigonna divenne anche un’ottima occasione per sperimentare nuovi materiali e stili. Tessuti innovativi, colori vivaci e combinazioni uniche hanno fatto della minigonna un oggetto di continua reinvenzione nel mondo della moda. Fu anche il trampolino di lancio per la nascita di un’intera generazione di stilisti che avrebbero definito il futuro della moda mondiale.
La minigonna oggi:
Oggi la minigonna non è più vista come un capo di abbigliamento radicale o scandaloso. È un classico della moda che si reinventa stagione dopo stagione, adattandosi ai cambiamenti culturali e stilistici. Se nei decenni passati la minigonna era un simbolo di lotta, di sessualità libera e di provocazione, oggi è anche un indumento versatile che può essere indossato in contesti formali o casual.
Le moderne reinterpretazioni della minigonna, mostrano come un capo iconico possa evolversi senza perdere la sua identità. Anche se le minigonne possono sembrare un elemento di stile che fa parte del passato, continuano a riscuotere successo nelle collezioni di stilisti e nelle tendenze di moda contemporanea.
Conclusione:
La minigonna è molto più di un semplice capo di abbigliamento. La sua storia è una testimonianza della capacità della moda di riflettere e influenzare i cambiamenti sociali. Dal suo debutto audace negli anni ’60 fino alla sua permanenza come elemento di stile eterno, la minigonna ha segnato la cultura, l’autonomia e la libertà di espressione delle donne. Anche oggi, dopo decenni di evoluzione, la minigonna rimane un simbolo di innovazione, indipendenza e di modernità.
sitografia:
https://falpala.it/prodotto/popolana-medievale-irmengard/
https://www.vogue.it/news/article/storia-della-minigonna
https://www.grazia.it/moda/tendenze-moda/mary-quant-vita-carriera-minigonna-storia-moda