Akira: la devastante fantasia distopica di Katsuhiro Otomo

Di Luca Rizzo

Film d’animazione cyberpunk del 1988 scritto da Katsuhiro Otomo e Izo Hashimoto, prodotto da Ryōhei Suzuki e Shunzō Katō. Il film è poi coronato dalla fantastica fotografia di Katsuji Misawa e musicato da Shōji Yamashiro. Tratto dall’omonimo fumetto anche se con grandi cambiamenti nella sceneggiatura.

Neo-Tokyo 2019: corruzione, terrorismo, gang  e movimenti anarchici sono all’ordine del giorno. Il mondo è caduto a picco dopo la guerra mondiale iniziata il 16 Luglio 1988. Qui incontriamo il nostro protagonista Shotaro Kaneda: il comandante di alcuni teppisti chiamati Capsules. Kaneda attacca i teppisti rivali, i Clown. Durante l’attacco Tetsuo Shima ha un incidente in moto e viene gravemente ferito. L’incidente coinvolge anche gli esper Takashi e Masaru : due esseri dal corpo di bambino e viso da anziano, capaci di percepire sensazioni extrasensoriali. Il colonnello delle forze speciali giapponesi Shikishima riesce quindi a catturare Takashi e ad arrestare i Capsule. I Capsuele vengono poi rilasciati grazie all’aiuto dell’attivista Kei: una donna conosciuta poco prima. 

Dopo alcuni studi del Dottore Onishi, commissionati da Shikishima; si scopre che Tetsuo possiede poteri psichici comparabili a quelli dell’esper Akira: il responsabile della bomba atomica scoppiata nel 1988. Ciò porta Shikishima guidato da un altro esper Kiyoko ad avvertire lo Stato dell’imminente pericolo; il Parlamento però se ne lava le mani e lo ignora. Nello stesso momento Tetsuo cerca di scappare Neo-Tokyo con Kaori, la sua ragazza, ma fallisce per colpa dei Clown che gli tengono un agguato. Poi vengono entrambi salvati dai Capsule ma Tetsuo soffre gravemente sentendo Akira chiamarlo a sè e torna in ospedale.

I poteri di Tetsuo sono quelli di un prodigio, lui è ora inarrestabile e per via di complessi di inferiorità nei confronti del suo amico Kaneda Tetsuo impazzisce. Il suo obiettivo è raggiungere Akira…

Non andrò oltre per rispetto dei lettori che ancora devono godersi l’opera.

Temi principali dell’opera

Il lavoro di Otomo ha molti spunti interessanti e qui vorrei presentarne alcuni per farne una piccola analisi.

Partirei con il tema principale, quello che porta avanti la narrazione: la mania di potere. Un ragazzo uguale a tutti gli altri scopre invece che è speciale, potente. Non è più dipendente da nessuno e lo vuole dimostrare; passa da vittima a carnefice. Vittima di una società profondamente marcia non riesce più a distinguere le azioni di benevolenza, fatte da un amico onesto, e la pura violenza che ha attorno.

In questo film nessuno comunica, la violenza è all’ordine del giorno e si respira un clima di aggressività soffocante. Tetsuo è incapace di comunicare a Kaneda ciò che prova e la fierezza per non essere più un debole quindi usa la violenza in quanto il suo unico mezzo di comunicazione. Tetsuo non ha conosciuto altro per tutta la sua vita.

L’unica speranza del film: l’amicizia. Kaneda perdona Tetsuo fino alla fine, lo vuole salvare e lo cerca per tutto il film. I due sono amici di infanzia e Kaneda non lo abbandonerà mai, è l’unico a capire la sofferenza che sta provando ed è pronto a sacrificare tutto per salvarlo. Il film però è pessimista e il finale, purtroppo, non finisce bene.

Tetsuo e il protagonista Kaneda

Importanza storica

Un film rivoluzionario nell’ambito dell’animazione mondiale. Finalmente con questo e altri film, i giapponesi dimostrano di essere alla pari con l’animazione americana capitanata da Disney. Il film non riflette appieno i magnifici rapporti e personaggi descritti nel fumetto che essendo più lungo è anche più completo. Con questo film viene descritta una corrente già esistente ma che viene alterata in chiave moderna: il genere Cyberpunk. Corrente letteraria di cui tantissimi capolavori d’animazioni fanno parte. Il Cyberpunk è un genere narrativo, che trae spunto dalla critica alla possibilità di un pericoloso sviluppo senza limite della tecnologia e di un controllo capillare dell’individuo da parte di una società oppressiva, reinterpretandoli in chiave fantastica e trasponendoli in un ipotetico mondo futuro. Film come “Ghost in the shell”, “Perfect blue”, “Paprika” sono oramai entrati a gamba tesa nell’immaginario collettivo di questo movimento capitanato proprio da Akira. L’importanza che ha avuto all’estero questo film è di fondamentale importanza, fino all’uscita di questo film il Giappone era una nicchia culturale, film giapponesi venivano esportati ma con poco successo. Akira invece ha fatto il giro del mondo con grandissimi consensi sopratutto in Francia e America portando il Giappone come eccellenza mondiale del cinema.

Vorrei continuare a parlare della bellezza con cui Akira porta le scene in onda. Molte scene sono ormai iconiche e vengono citate sino a oggi nel mondo animato e non. A livello storico uno dei punti fondamentali è stato la fondazione della scuola dell’animazione realistica dopo la produzione del film da parte degli animatori di Akira. Quest’ultimi non erano contenti della fluidità dei movimenti dei personaggi che appunto risultavano un po’ ingessati. Fu Satoru Utsunomiya a fondare la scuola con l’obiettivo di migliorare l’animazione, si volevano movimenti fluidi, come per i film Disney, senza però perdere di realismo. Questo portò a una delle più grandi rivoluzioni dell’animazione moderna. Possiamo vedere questa evoluzione avvenire nel film di due anni dopo “Gosenzo-sama Banbanzai” in cui si presta particolare attenzione alle articolazioni creando movimenti naturali.

Estratto di “Paprika” Satoshi Kon 2006

Parere personale

Questo è uno di quei film che ricade nella lista dei film da analizzare. Una visione anche se attenta non basta, è necessario entrare dentro la storia e cercare di capire i motivi dietro le scelte dei personaggi. Reputo Kaneda un personaggio piatto rispetto alla sua controparte fumettistica e personaggi importanti come i “bambini” devono essere meglio approfonditi. La realtà è che questo lavoro risente riflette la produzione del film: discontinua.

Il finale è il fulcro del film, corriamo tutto il tempo solo per arrivarci. Qui Otomo si esprime più che nella intera opera sulla situazione attuale del giovane nella società odierna che più passa il tempo e più si avvicina alla descrizione del film. L’innovazione di Neo-Tokyo che è solo esteriore in quanto socialmente arretrata si fa avanti. Qui tutto si fonde, la superficiale perfezione della città con i problemi dell’individuo creando un mostro. Come ci siamo arrivati qui? Per smania di potere, corruzione e violenza. Ogni singolo punto viene descritto in queste scene e la retorica di Otomo straripa da ogni immagine a schermo. L’unica cosa a cui può portare tutto questo è ovviamente la distruzione di tutto, una tabula rasa: si ricomincia. Forse l’unico modo per ripulirsi da tutto il male di cui l’uomo si è avvolto è l’autodistruzione; una sorta di “Restart” da un “Game Over” sperando che questa volta vada meglio.

Esplosione del 1988 Tokyo