Alla ricerca dei lupi
di Bogdan Grosu Daniel e Fabrizio Girella
A cosa è servita quest’esperienza scolastica ?
Il wolf howling è una tecnica che viene usata allo scopo di monitorare la presenza dei branchi di lupi e dei singoli individui ogni due anni. Questa tecnica consiste nell’emissione di ululati pre registrati grazie a un megafono la cui direzione è fondamentale per avere maggiore probabilità di risposta da parte del branco o individuo. Se il richiamo viene eseguito nella direzione delle tane dei lupi, oltre alla probabilità di risposta più alta, si può avere la fortuna di sentire l’ululato da parte dei cuccioli. La risposta, all’ululato emesso dal megafono, ha una probabilità molto bassa, all’incirca del 15% e ne determina la presenza nella direzione del richiamo. Data la bassa probabilità, se non si ha risposta si ha la conferma che in quella determinata direzione non è presente il lupo. La presenza di questo bellissimo animale è molto importante per l’equilibrio tra erbivori e carnivori, infatti la sovrappopolazione dei cinghiali viene tenuta a bada da loro. Oltre al wolf howling esistono delle strutture per l’osservazione (osservatorio) di lupi e animali in cui si può avere la rara possibilità di vederne uno da vicino.
Che cosa è il lupo e come si comporta?
Il lupo, o Canis Lupus, è un mammifero che fa parte della famiglia dei canidi e in particolare è la specie più grande. Questo animale era in via di estinzione, infatti si individuarono solo 100 individui in Italia negli anni ’70, mentre ai giorni nostri ha un grado di minaccia minima reclamato dal WWF. Nel 2022 si contavano circa 3000 lupi, mentre oggi ci troviamo attorno ai 3300 individui in tutta Italia. I lupi vivono in branchi da 10-15 individui, in cui la coppia alfa è l’unica a riprodursi. Il periodo degli accoppiamenti è tra il mese di gennaio e marzo dove i partner si mordono per giocare, si annusano, si spingono e si leccano. La femmina, 2 o 3 settimane prima del parto, prepara la tana per i cuccioli e le caratteristiche di questo riparo cambiano a seconda della zona e del terreno. Può essere il riadattamento di tane di altri animali di media taglia (volpi, istrici), o può essere direttamente scavata sul terreno. Dopo che il riparo è stato fatto si passa alla nascita dei cuccioli, questi sono in media 6 cuccioli ciechi e con un sottile strato di pelo, è proprio per questo che sarà la femmina a prendersi cura dei cuccioli per le prime settimane di vita. Finita la primavera i cuccioli saranno in grado di giocare e apprendere le prime cose fondamentali per sopravvivere e quando raggiungeranno gli 8 mesi di vita sarà arrivato l’inverno, infatti sarà il periodo cruciale per la sopravvivenza dei piccoli che, di solito, solo la metà riuscirà a sopravvivere al duro inverno.
Come si riconosce un lupo?
Il lupo come tutti gli altri canidi della sua specie, appoggia solo la parte anteriore della zampa quando cammina, ed è proprio per questo che è molto difficile distinguere le tracce del lupo da quelle di un cane randagio. Ci sono stati vari casi di persone che, avendo confuso le impronte di un lupo con quelle di un cane, si sono ritrovate faccia a faccia con questo animale, che fortunatamente, era un singolo individuo; se non è in branco tende a scappare ed evitare l’approccio diretto con ciò che ha davanti. Oltre alla forma delle impronte, ci sono altri metodi per distinguere le impronte di un lupo, infatti, quest’ultimo cammina allineando le zampe posteriori a quelle anteriori formando una linea continua molto distintive di questi animali. Oltre alla differenza delle impronte si può riconoscere un lupo dalla mascherina bianca alla bocca, dalla coda con la punta nera e dagli escrementi dove sono presenti i peli delle prede che ha mangiato.
Avventura 3ABA
Dopo aver fatto la conta, e atteso l’arrivo dell’ultimo membro della classe, la 3 ABA parte dalla stazione di Arezzo per arrivare a Moggiona dove acquisisce le informazioni essenziali che possano permettere l’esperienza. Una volta finita la tappa introduttiva, partiamo per Camaldoli, una piccola città situata in mezzo ad una foresta di abeti bianchi. Questi alberi sono stati importati dalla Boemia e piantati dai monaci dal 1300 fino al 1800 a Camaldoli. In questa foresta si trova il castagno Elena Miraglia, detto anche “Castagno Miraggio” ,che ha una forma cava grazie ai suoi 450 anni e viene fotografato da Isacco Emiliani, un fotografo professionista che ha creato il catalogo 81. Questo catalogo viene chiamato così perché è una raccolta di 81 alberi che raccontano la storia e gli 81 anni del suo nonno. La cosa che rende speciale questo catalogo, oltre ad alberi unici al mondo, è il fatto che lo si deve osservare con una torcia. Una volta calato il sole, andiamo a Frassineta dove ha inizio la parte pratica del lavoro. Muniti con l’apparecchiatura giusta, vengono emessi tre ululati dalla durata di 5 minuti ciascuno. Purtroppo i dati raccolti indicano che non c’è la presenza di lupi nelle direzioni scelte.