Le favole in DAD: Lo Gnomo insicuro

di Simone Adrian Coteanu

LO GNOMO INSICURO


C’era una volta un piccolo villaggio confinato in una grande foresta, abitato da piccoli gnomi.

In questo villaggio tutti erano sempre molto allegri e sicuri di loro, sentimenti come la tristezza e l’insicurezza sembravano non esistere.

Come in tutte le collettività però c’è sempre un’eccezione, è questo il caso di Gaio,

un giovane gnomo che da poco aveva raggiunto l’età di sedici anni,  che era nato da una famiglia allegra come la maggior parte dei suoi concittadini, ma a differenza loro in lui si facevano sentire dei sentimenti strani che non sapeva spiegare e che negli altri gnomi sembravano inesistenti, lui per questo si sentiva diverso.

Spesso non riusciva a parlare con i suoi compagni di scuola, non riusciva a comunicare con nessuno, qualcosa in lui lo tratteneva, qualcosa continuava a dirgli che se avesse parlato si sarebbe messo in ridicolo davanti a tutti, quindi cercava di non farsi notare.

Gaio si sentiva l’opposto di ciò che era la sua specie, e questo lo tormentava, i suoi genitori erano preoccupati per lui, ma non riuscendo a comprenderlo non potevano fare niente per aiutarlo.

Ridotto ormai ad uno straccio il giovane gnomo si guardò allo specchio e decise di trovare la causa di ciò che lo frenava dall’essere secondo lui normale, ma tutto ciò che riusciva a vedere era solo la sua faccia.

La sua faccia, doveva essere quella che lo frenava, anzi non la sua faccia ma ciò che gli altri avrebbero pensato di essa, lui si sentiva diverso e questa era a parer suo la causa.

Così Gaio cercò un modo per modificarla o abbellirla, cercò dappertutto ma non riuscì a trovare niente, evidentemente nessuno nel villaggio si era mai sentito come lui, o almeno così pensava.

Triste e rassegnato entrò in un bar, poco dopo arrivò un vecchio che ci si sedette accanto.

Il vecchio era molto basso, la sua faccia era molto rugosa e una grande cicatrice gli sfregiava il volto dal sopraccio al mento.

Presto il vecchio che era in vena di fare quattro chiacchiere chiese al ragazzo cosa lo tormentava, il giovane non rispose, ma il vecchio decise di raccontargli una storia riguardante una persona. 

Un tempo viveva nel villaggio uno gnomo chiamato Lau, che provava  sentimenti contrastanti (molto simili a quelli di Gaio).

Lau da giovane poteva contare sulla sua famiglia e per passare il tempo trascorreva pomeriggi interi nel bosco a giocare da solo. Con il passare degli anni però i suoi genitori morirono e lui rimase da solo. Ormai adulto non riusciva a uscire di casa, addirittura si vergognava ad andare a comprare i viveri, e di conseguenza spesso rimaneva a digiuno.

Lau stava male sia fisicamente che mentalmente, ed ormai invecchiato decise di recarsi nel bosco, luogo in cui si divertiva in gioventù.

Il bosco lo accolse, nel bosco non si sentiva solo e non stava male, Lau si sedette accanto al tronco di un albero, e li esalò il suo ultimo respiro.

Il bosco tuttavia non si dimenticò di lui, e dato che lo gnomo era morto da solo, senza nessuno che tenesse a lui, decise di ricordarlo prendendo le sembianze della faccia che aveva da giovane sul grande albero su cui si era appoggiato.

Gaio nel sentire la storia del vecchio rimase perplesso, poco dopo andò nel bosco per cercare il grande albero, e proprio come aveva detto il vecchio su di esso c’era la faccia di un giovane, la faccia non era brutta e non sembrava diversa da quella degli altri gnomi, tuttavia il giovane sentiva un sentimento di rammarico nei confronti della figura raffigurata.

Riflettendoci su decise che quella fine non fosse per nulla una bella, e  decise di non voler finire nello stesso modo.

Gaio uscito dal bosco capì che in realtà tutti gli abitanti del villaggio erano diversi tra loro nessuno era uguale a nessuno, ognuno era se stesso e quindi si decise ad ignorare quei sentimenti disturbanti e di provare a vivere una vita migliore.

Anni dopo Gaio riuscì a circondarsi di buoni amici, e raggiunta la maggiore età riuscì anche a crearsi una famiglia.

Ogni anno fino alla fine della sua vita si recò almeno una volta all’anno davanti al grande albero per ricordare la persona che involontariamente era riuscita a cambiargli la vita.

Il vecchio che raccontò la storia a Gaio non si fece più rivedere nel piccolo villaggio e nessuno sembrava conoscerlo, era come se non fosse mai esistito.