La musica per me

di Andrea Di Caro

La musica è stato per me, fin da piccolo, fonte di felicità; mia madre mi ha fatto conoscere la musica pop, mio padre quella blues e jazz. Mio fratello ha cercato di avvicinarmi al Rock e al Punk, senza risultati. 

La mia prima attività per dar vita al ritmo fu l’Hip Hop, che praticai all’età di 7 e 10 anni. In seguito non ho fatto altre attività riguardanti la musica fino all’inizio delle scuole medie. La mia scuola aveva l’indirizzo musicale, quindi mi dissi: “Sarebbe carino imparare a suonare il pianoforte, la chitarra o il violino”. Mi sarebbe piaciuto provare uno di questi strumenti ma, vista la poca scelta, gli insegnanti mi assegnarono il flauto traverso.

Questo strumento andava pulito, montato, smontato, accordato e scaldato. Odio allo stato solido per me, che prima ancora non sapevo cosa avrei fatto con quell’”oggetto”. Per me ora è un oggetto magico. Durante i primi due anni di medie, le persone mi dicevano che avevo talento, ma io, non ascoltandoli, avevo smesso di studiare i brani che la mia professoressa di flauto mi dava. 

All’inizio del mio ultimo anno di medie la mia scuola aveva organizzato un incontro con i professori di alcune scuole superiori. Tra questi c’era un professore della scuola musicale di Arezzo. Quel professore cambiò le mie idee in meglio con una sola frase, che ancora ricordo: “Suona! E ascoltati come ascolteresti una persona a cui vuoi bene”. Tornato a casa, presi il flauto e inizia a cercare il brano che avrei dovuto suonare il giorno dopo; mentre suonavo provavo delle sensazioni diverse, non era come prima. In quel momento iniziai un nuovo cammino. 

A metà dell’anno la professoressa mi pose una domanda, a cui avrei saputo rispondere perfettamente: “Che brano vorresti suonare per l’esame?”. Tornato a casa scaricai il file della canzone e lo stampai immediatamente: “Megalotrousle”, la colonna sonora del gioco del 2015 “Undertale”. Scoprii con mio grande piacere che era veloce, difficile, con molti salti di ottava ed era lungo 14 pagine, 14 pagine di pura follia, un po’ come me. La studiavo tutti i giorni e tutti i giorni sbagliavo, dove in un punto dove in un altro. Arrivò il giorno del concerto, sarebbe stata la prima prova per affrontare l’esame, ero l’ultimo ragazzo ad esibirmi. La ragazza prima di me finì il suo pezzo, io mi alzai, la professoressa mi presentò, il professore di chitarra era al pianoforte, iniziai … Le note scorrevano velocemente e non riuscivo neanche a leggerle. Finii senza sbagliare una nota! Quel pezzo mi ha dato emozioni fortissime e sono contento di quello che sono riuscito a fare.

I miei gusti musicali sono cambiati molto nel tempo, ma quel flauto avrà sempre un posto riservato nella mia stanza. Recentemente sono stato al teatro di Bucine a suonare con i ragazzi che sono arrivati dopo di me e spero che qualcun altro faccia il mio stesso percorso. La musica è stata, ed è ancora, tutto per me perché mi ha fatto conoscere emozioni e persone nuove.