Conosciamo il nostro Preside

di Martina Cappioli, Aurora Furnari

Sabato, 23 Novembre due alunne della classe 4^CCM hanno intervistato il Preside Alessandro Artini, per parlare con lui della sua esperienza personale e professionale .

  • Che cosa insegnava prima di fare il preside?

Insegnavo Storia e Filosofia al Liceo Classico. Mi piaceva molto anche se dopo un tot di anni un professore che insegna, vive una situazione di stanchezza: perciò ho fatto volentieri corsi per prepararmi a diventare preside.

  • Quando ha iniziato a insegnare, pensava di lavorare con gli studenti o voleva avere un ruolo dirigenziale?

Quando ho iniziato a lavorare non sapevo quale sarebbe stato il mio destino, strada facendo ho avuto delle opportunità che mi hanno portato a prendere in considerazione il fatto di diventare Dirigente.

Mi sono trovato nel 1998 a svolgere la funzione di direttore in alcuni corsi per dirigenti scolastici in qualità di docente: lì ho iniziato ad avvicinarmi a questo incarico.

  • Perché ha deciso di diventare Preside?

È stato, come ho detto prima, sia un caso fortuito sia una scelta poiché ho deciso di partecipare al concorso per diventare dirigente scolastico.

  • Dirigere una scuola, quali emozioni suscita in lei? Da dove riceve la gratificazione lavorativa?

Dirigere la scuola è un’attività prevalentemente burocratica. È quindi chiaro che si tratta di un lavoro impegnativo e pesante, visto che il 90% delle questioni che esamino sono problematiche (proteste degli alunni, dei professori e del personale ATA). Quando non ci sono problemi legali veri e propri, la professione di preside, può diventare anche creativa: decidere quali corsi potenziare e quali avviare.

  • Secondo lei, la nostra è una scuola valida? Quali opportunità ci offre?

Si certo che lo è! E lo dimostrano anche i dati che ci vengono forniti da soggetti esterni alla scuola. Vi faccio un esempio: dalle prove Invalsi è emerso che il nostro istituto è nettamente superiore agli istituti tecnici della nostra Provincia, addirittura superiori ad alcuni licei specializzati. Recentemente abbiamo avuto un’ispezione dal Nucleo Esterno di Valenza e anche in questo caso la risposta che abbiamo ricevuto è stata molto positiva.

  • Quali opinioni pensa che abbiano gli alunni su di lei? Crede che la conoscano?

Non saprei. Alcuni sicuramente mal sopportano il Preside in quanto tale. In passato mi sono sottoposto ad una valutazione da parte dei docenti e dei genitori, ottenni un voto più che sufficiente e ne rimasi molto felice. Nel caso degli alunni non saprei che dire poiché mi incontrano solo quando ci sono delle problematiche.

  • Quale consiglio si sente di dare ai ragazzi al termine della scuola?

Non è facile dare consigli. Parte degli studenti continua a studiare e una statistica ci mostra che gran parte di loro all’ Università ottiene risultati positivi. Altri, invece, scelgono di lavorare. Il consiglio che mi sento di dare è quello di non rimanere inerti che per me è un grande errore.

  • Quale è stato il momento più difficile da preside?

Ne ho avuti molti poiché, come ho detto, il ruolo di Preside riguarda spesso problematiche. Il disagio dei giovani è molto forte e spesso ci si imbatte in tendenze autodistruttive. Quando questo avviene si creano situazioni difficili che di conseguenza riguardano anche me.

  • Quando era studente cosa pensava della scuola?

Non pensavo un granché bene della scuola. Sono stato un bravo studente fino alla quinta ginnasio, poi un po’ meno. Ho contestato spesso la scuola e forse è per questo che poi vi sono rimasto dentro.

  • Da studente ha mai avuto un Preside che l’ha colpita favorevolmente?

No. Non l’ho avuto.

  • Se non fosse Preside, quale lavoro le piacerebbe fare?

Molti altri. Avrei voglia di cimentarmi nel management e nell’ imprenditoria, anche per provare un mondo diverso da quello della Pubblica Amministrazione.

  • Come è cambiata la sua opinione riguardo alla scuola? (da studente, insegnante e preside)

Sicuramente i cambiamenti ci sono stati però dentro di me rimane sempre una certa continuità. Questa è data dal desiderio di cambiamento che ho da sempre, ma nasce anche dalla consapevolezza del valore dell’istituzione scolastica, in rispetto per ciò che lo Stato offre ai concittadini.