Incontro con il dottor Pietro Bartolo
di R.N., prima P
Il 03/06/2019 la mia classe si è recata presso la “palazzina donne” dell’Università di Arezzo per assistere ad una conferenza sul medico che salva i migranti di Lampedusa, ovvero il dottor. Pietro Bartolo, che ci ha illustrato in cosa consiste il suo lavoro, e quello che lo aspetta frequentemente.
In un primo momento mi è sembrata la solita polemica che da anni ormai sento, cioè che i migranti sono persone come noi, che vengono giudicati solo dal colore della pelle, e che vengono emarginati a causa della differente cultura.
Questo è ciò che ci viene ripetuto quotidianamente ovunque andiamo, ma non è ciò che sensibilizza le persone.
In quella che io definisco la seconda parte della conferenza ho iniziato ad interessarmi a quello che il dottore diceva, ovvero cose che mai avevo sentito dire da una persona che le aveva vissute in prima persona, e che mi ha fatto rimanere “in bilico tra due realtà diverse”.
Questi fatti erano già di mia conoscenza, ovvero sapevo già che erano tenuti in condizioni igieniche e umane pessime, ma non ero mai entrato nei particolari.
Quando il dottore ha incominciato a farci vedere immagini e video riguardanti il suo percorso di medico lampedusiano mi sono reso conto che non erano dicerie, non erano fake news ma la realtà vista dagli occhi di chi ha a che farci tutti i giorni.
Da lì la conferenza è stata interessante, mi sono reso conto che il viaggio è veramente una situazione disperata, e per molti l’ ultimo giorno di vita.
Ad oggi non ho ancora tutto ciò che mi serve per poter giudicare, per ora l’unica cosa che posso fare è ringraziare il dottor Bartolo per quello che fa.
LA REALTÁ CHE NON SI RACCONTA
Francesco Arrigucci
I P ITIS Galilei Arezzo
Tante cose non si raccontano, non vengono dette, per imbarazzo, per paura o per comodità, da parte di soggetti pubblici quali i giornali, le televisioni ed il governo.
Questo non è il caso di Pietro Bartolo, che aiuta ogni giorni i migranti provenienti dalla Libia a sbarcare in Italia, a Lampedusa. Egli è marinaio e medico e salva queste persone che arrivano stremate dalla guerra, in cerca di uno sprazzo di luce per ricreare il proprio futuro. Oggi, 3 giugno 2019, Pietro ha testimoniato il lato oscuro del suo lavoro, rivelando storie atroci che stanno dietro a tutto ciò che fa ogni giorno e che nessuno ha il coraggio di denunciare pubblicamente.
Egli invece vuole aprire gli occhi al mondo sulla questione dei tanti odiati migranti ed è per questo che è da tre anni che racconta la sua esperienza in giro per l’Italia, soprattutto nelle Università. Oggi era all’Università di Arezzo a testimoniare davanti a molti ragazzi della nostra città di vari Istituti.
Le facce degli studenti presenti in sala, stamani mattina, erano palesemente scioccate ed attonite al sentire certe vicende e vedere certe immagini molto toccanti. Pietro ha raccontato di vari fatti a cui ha partecipato accompagnati da fotografie forti della nuda e cruda verità. Egli ha spiegato che tantissime persone arrivano ogni settimana su imbarcazioni e gommoni in situazioni pietose. Le donne vengono spesso violentate sessualmente e tutte le persone, che scelgono la via di fuga per mare, e semmai se ne pentono, vengono comunque costrette a salire su queste imbarcazioni, minacciate, se no, di morte. Ad alcuni viene strappata letteralmente la pelle, nel vano tentativo di farli diventare persone bianche. Tutto questo, naturalmente, in Libia, prima di partire per l’Italia. Persone torturate, uno scempio, racconta Pietro, tra un singhiozzo e l’altro. E’ duro anche per lui. L’uomo non è fatto per adattarsi a tale crudeltà.
“Peggio che ad Auschwitz”, afferma il medico, “…lì erano più avanti con la tecnologia, almeno avevano le camere a gas, invece tutta questa gente è condannata a brutalità disumane.”.
Ma un lato positivo nel lavoro di Pietro c’è. Ha raccontato che un giorno una ragazza era data per morta dopo un naufragio, egli, essendo medico, è incaricato di analizzare tutti i cadaveri. Le si avvicinò e sentì che il suo cuore batteva ancora, in modo irregolare, ma batteva. La portò nell’ospedale di campo, riuscì a sopravvivere, restando però in coma. Dopo essersi risvegliata riprese la sua vita in mano: si trasferì in Svezia, si sposò ed ora è anche una mamma. La ragazza è ritornata l’anno scorso a ritrovare il suo salvatore, un gesto in ripagabile, a dire di Pietro.
Questa è la realtà……mi permetterei di dire che, la storia si ripete, non è vero che la guerra non si sente se si alza la voce. Pietro ha deciso di entrare in politica, nel cercato obiettivo di comunicare a tutti la vera verità dei fatti, che il mondo rifiuta e non vuole conoscere e riconoscere. Un gesto apprezzato da tutta la platea.
Oggi Pietro Bartolo ha dato vita alla giusta realtà del mondo ed ha aperto una nuova via di pensiero in noi ragazzi.