Il Fumetto Italiano

di Martina Capacci e Angelica Jin Yu Xin.

L’Inizio

Il 27 dicembre del 1908 è considerata la data di nascita del fumetto italiano, quel giorno uscì il primo numero del “Corriere dei Piccoli”: un supplemento illustrato appartenente al giornale “Corriere della Sera”, ideato da Silvio Spaventa Filippi.
Inizialmente, nei fumetti non erano presenti i balloon (“nuvolette” contenenti le battute dei personaggi), i dialoghi venivano scritti sotto le vignette.

Corriere dei piccoli

Il Primo Dopoguerra e gli Anni Venti

Con l’avvento del Fascismo, il “Corriere dei Piccoli” divenne il medium della propaganda nazionalista di regime. Nel febbraio 1923, nelle edicole italiane, compare “Il Balilla”, giornalino a fumetti propagandistico in concorrenza con il “Corriere dei Piccoli”, dal quale prese ispirazione per la grafica.

A differenza dei fumetti americani, quelli italiani erano destinati ad un pubblico infantile, i giornalini erano considerati come un passatempo per bambini.

Gli Anni Trenta

Nel 17 dicembre del 1932 comparve nelle edicole la prima rivista settimanale a fumetti: Jumbo (edito da Lotario Vecchi); la quale fu anche la prima a pubblicare storie a puntate di produzione inglese, al posto delle già famose produzioni americane come Topolino (il 31 dicembre dello stesso anno fu Nerbini a pubblicare il primo numero.), Flash Gordon e Uomo mascherato. Nella rivista era presente l’ideologia fascista, dedita all’esaltazione delle virtù civili; nella prima pagina di ogni numero si leggeva:

“A tutti i lettori, piccoli e grandi, di JUMBO: Eccovi, o bimbi, un giornalino per voi; ed eccovi, o genitori, un vero e buon amico per i vostri figlioli. JUMBO vuol divertire i propri lettori ed insegnare loro tante belle cose! Le storielle, che verranno stampate su JUMBO, in nitide ed artistiche illustrazioni, avranno sempre un fine altamente morale: saranno una esaltazione delle virtù civili che ogni bimbo italiano deve avere o prepararsi ad avere nell’esempio fulgidissimo del Re Vittorioso, e sotto la guida del Duce, che tanta parte delle sue cure dedica alla nuova gioventù della patria. I racconti comici ed umoristici faranno certamente ridere, ma non disgiungeranno mai dalla comicità il dovere dell’insegnamento. E sarà soprattutto e strettamente osservato che in JUMBO trionfi la più sana morale e che mai e in nessun modo vengano offesi i delicati sentimenti dei suoi piccoli lettori”.

Lotario Vecchi, inoltre, propose una convivenza tra la vecchia didascalia e il balloon.

Questa è una vignetta tratta da uno dei fumetti di JUMBO che mostra la convivenza tra ballon e didascalia in rima

In seguito nacquero anche alcune riviste per adolescenti, che pubblicavano fumetti d’avventura americani. Nel 14 ottobre 1934, sempre Nerbini, pubblicò “L’Avventuroso” che ebbe molto successo, per l’eliminazione delle didascalie a favore dei ballons e ospitò quasi esclusivamente fumetti d’avventura americani. Anche altre testate periodiche come “L’Audace” e “L’Intrepido” pubblicarono soprattutto materiale americano. Nel 1936 nacque il settimanale di orientamento cattolico Il Vittorioso, pubblicato fino al 1966 e distribuito sia in edicola sia nel circuito delle parrocchie, degli oratori e delle scuole cattoliche.

Il secondo Dopoguerra e gli Anni Cinquanta

Dopo l’interruzione, dovuta alla guerra, alcune riviste come “Il Vittorioso”, “L’Intrepido”, “Corriere dei Piccoli”, ripresero la pubblicazione, mentre altre, come “L’Audace” e “L’Avventuroso”, non ripresero più, se non in forme diverse. Il “Corriere dei Piccoli” iniziò a risentire della concorrenza nata negli anni trenta e tutte le riviste con le didascalie in rima vennero messe in secondo piano per tutto il decennio. “Il Vittorioso”, invece, raggiunse il successo; tra gli autori ci sono Benito Jacovitti (che realizzò storie umoristiche come “Pippo, Pertica e Palla” e “Cocco Bill”) e Franco Caprioli (che realizzò storie d’avventura come “Moby Dick”); nel 1951 Lino Landolfi creò il poliziotto italo-americano “Procopio”.

Alla figura del supereroe, troppo vicina a quella del superuomo, venne sostituita la figura del giustiziere dall’identità segreta, eroe umano mascherato. Il rinnovamento del fumetto italiano avvenne nel 1945, quando Alberto Ongaro e Mario Faustinelli inventarono l’eroe mascherato d’ ispirazione americana “Asso di Picche”. Iniziò ad imporsi anche l’immagine della donna aggressiva e provocante. In questo periodo nasce anche un nuovo tipo di fumetto, più realistico, rivolto in particolar modo alle lettrici: il fotoromanzo. Tra i più famosi quelli pubblicati dalla rivista “Grand Hotel” dei fratelli del Duca e Bolero Film di Mondadori.

Gli anni Cinquanta videro l’incredibile successo dei fumetti tascabili. Uscirono in Italia le storie disneyane pubblicate da Arnoldo Mondadori.

Gli Anni Sessanta

In questi anni al fumetto viene riconosciuta una dignità di linguaggio pari a quella del romanzo tradizionale e una forte importanza artistica, questo grazie anche agli studi di importanti autori quali Umberto Eco, con il suo saggio “Apocalittici e integrati”, e Roberto Giammanco.

In questo clima nasce il primo Salone Internazionale dei Comics a Bordighera. Data la crescente importanza attribuitagli, questo strumento comunicativo va sempre più specializzandosi in base alle diverse fasce di età e differenti target socio-culturali rappresentati da una variegata gamma di consumatori.

Nasce la figura dell’eroe negativo, che non si riconosce nell’ordine sociale esistente e per questo assume atteggiamenti anarchici. Questo antieroe si maschera per non farsi riconoscere e per non essere nessuno, non può fare a meno di rubare ed è continuamente sopraffatto da un forte desiderio di morte e distruzione. È la nascita in Italia del fumetto noir italiano, il quale prende ispirazione dal suo predecessore francese “Fantax”, creato nel 1945 da Marcel Navarro e Pier Mouchotte.

Il fumetto più famoso è sicuramente “Diabolik”, ideato dalle sorelle Giussani nel 1962. Il protagonista impersonifica un cinico e violento assassino, un ladro mascherato all’antitesi del superuomo. Anche la sua compagna, Eva Kant, rispecchia un nuovo modo di rappresentare la femminilità, più vicina al modello maschile. Collaborarono alla creazione grafica gli illustratori Luigi Marchesi, Sergio Zambinoni, Enzo Facciolo, Glauco Corretti e Franco Paludetti.

DIABOLIK


Il fumetto, per il buon riscontro con il pubblico giovanile, la velocità di rappresentazione e l’immediatezza, diviene medium dell’opposizione dei movimenti antagonisti e scena di una satira di costume e di politica molto aggressiva, metaforico, e talvolta irreale.

Gli Anni Settanta


L’evento più importante, però, riguardo la storia del fumetto d’autore moderno, non solo italiano, è da considerarsi l’uscita, nel 1975,del capolavoro di Hugo Pratt “Una ballata nel mare salato”, primo episodio del suo più famoso personaggio “Corto Maltese”.

Corto Maltese è un personaggio “cult” della migliore graphic novel europea, ma anche un vero e proprio mito letterario del Novecento. È un viaggiatore, un ironico marinaio che unisce aspetto e carattere mediterraneo a una cultura anglosassone.Corto è un antieroe che alla ricchezza preferisce libertà e fantasia, è un moderno Ulisse in grado di farci viaggiare nei luoghi più affascinanti del mondo.

Corto Maltese

Il successo del fumetto italiano fa approdare in televisione i programmi “Gulp!” (1972) e “SuperGulp! Fumetti in TV” (1977-1981). “I fumetti in TV” non erano cartoni animati ma immagini statiche di fumetti, sia italiane sia statunitensi, riprese e trasmesse in successione, mantenendo le nuvolette con le frasi dei personaggi, che venivano lette da doppiatori. “Linus”, una rivista italiana di fumetti, arrivò a vendere 110 mila copie al mese, la casa editrice “Bonelli”, nel frattempo, prosegue con successo la pubblicazione di testate storiche come “Tex”, “Zagor”, “Il Comandante Mark”. A queste pubblicazioni si aggiungono “Mister No” (1975) ideato da Guido Nolitta e primo fumetto non western, appartenente alla “Bonelli”, ambientato in Amazzonia negli anni ’50, e “Ken Parker” (1974), personaggio particolare e atipico del genere western, la cui serie a fumetti pubblicata dal 1977 al 1984, lo rende un personaggio di culto del fumetto italiano, sia per il realismo delle ambientazioni, per la meticolosa ricostruzione storica e filologica sia per l’attenzione alla tematica sociale.

Ken Parker

L'”Editoriale Corno” nel 1970 acquisisce i diritti di pubblicazione dei supereroi della “Marvel”, che portò alla pubblicazione di serie come “Uomo Ragno”, “Fantastici Quattro”, “Capitan America” e molte altre; il successo fu eclatante arrivando a tirature di 100.000 copie e aprendo la strada a molte altre testate supereroistiche.

Fra gli anni ’70 e ’80 l'”Editoriale Metro” di Renato Bianconi ebbe il massimo periodo di successo, pubblicando fumetti per bambini realizzati da autori come Giovan Battista Carpi, Giulio Chierchini, Luciano Gatto, Giorgio Rebuffi e molti altri, che realizzarono personaggi di gran successo come “Nonna Abelarda”, “Geppo”, “Trottolino”, in un mercato che vedeva il predominio della pubblicazione “Disney”.

Gli Anni Ottanta

La “Bonelli” continuò a pubblicare riviste e collane incentrate sul fumetto d’autore italiano ed estero, mentre l'”Editoriale Corno” fallì nel 1984. Dopo la sua chiusura, Luciano Secchi, fondò la “Max Bunker Press” che si dedicò alla ristampa dei vecchi successi come “Kriminal” e “Satanik”. Guido Silvestri (Silver), dopo essere passato alla “Glénat” (casa editrice francese) fece esordire un albo mensile dedicato al personaggio di “Lupo Alberto”, fino a quando l’autore non divenne anche editore nel 1989, fondando la “Acme”.

I fumetti supereroistici americani, dopo la chiusura dell’ “Editoriale Corno”, scomparvero per qualche tempo, fino a quando, la “Star Comics”, pubblicò una nuova collana dedicata a ” L’Uomo Ragno”, grazie al successo della quale seguirono altre testate dedicate ai personaggi della Marvel.

Nel 1988 la “Disney Italia” rientra in possesso dei diritti per la produzione a fumetti della “Disney”.

Gli anni novanta

Nei primi anni ’90, il fumetto “Dylan Dog” (1986) di Tiziano Sclavi, edito da “Bonelli”, raggiunse una popolarità notevole, arrivando a vendere mezzo milione di copie al mese, diventando il secondo fumetto più venduto in Italia dopo “Tex”. Sulla scia del successo della serie esordì un’infinità di fumetti di genere horror. Il genere finì all’attenzione dei media per una interrogazione parlamentare allo scopo di:” tutelare i minori dalla violenza morale che viene perpetrata nei loro confronti, sia coi fumetti che coi racconti e chiedendo una ricognizione più precisa delle case editrici, degli autori, e anche ispezioni nelle edicole”, che portò a vietare ai minori alcune testate come “Splatter” e “Mostri”, edite dalla “Acme”. Il successo di “Dylan Dog” si mantenne nel corso del decennio consolidando una realtà editoriale, la “Bonelli”, che era già sul mercato dagli anni ’40.

Dylan Dog

Nel 1995 esordisce la serie di “Rat-man” (personaggio creato nel 1989), di Leo Ortolani, parodia del fumetto supereroistico americano, destinato a un duraturo successo, accolto con favore da pubblico e critica e diventando in pochi anni un fenomeno di culto, considerato uno dei personaggi più riusciti e umoristici del panorama fumettistico italiano.

Rat-man

La “Marvel Comics”,nel 1993, decise di riprendersi tutti i diritti e fondare una propria filiale italiana, la “Marvel Italia” e nel 1996 la “Marvel americana” acquisì la “Panini” e la fuse con la “Marvel Italia”, fondando la “Panini S.p.A”.

I “manga” (fumetti giapponesi) iniziarono ad essere pubblicati in maniera più organica da editori come la “Granata Press” di Luigi Bernardi, il quale presentò in Italia il fumetto giapponese in due testate:”Zero” e “Mangazine”; esse riscontrarono buon successo presentando serie come “Ken il guerriero” e “Patlabor”, che in seguito si sono guadagnate testate autonome e aprirono la strada ad altre pubblicazioni e altri editori.