Il Dialogo, un’esperienza che resta.
Cari lettori, siamo giunti ancora una volta alla fine dell’anno: un periodo dove il caldo estivo inonda le strade della nostra città e fa andare in pensione piumini e i maglioni di lana che tanto ci hanno fatto compagnia durante la quarantena.
Siamo alla fine di un anno che ha segnato tutti, un anno di cambiamenti, di problemi apparentemente irrisolvibili, di stress e di situazioni scomode (ad esempio le quarantene).
Ma la fine di una cosa comporta l’inizio di qualcosa di nuovo.
In questo articolo parleremo di inizi, più nello specifico dell’inizio della nostra esperienza da “giornalisti”.
L’esperienza di Tommaso:
Salve a tutti, sono Tommaso Nerozzi e frequento la 4°AIA del nostro istituto, forse avete già sentito il mio nome negli articoli sull’Australia, sul BLM (Black Lives Matter) o sulle Nuove Uscite Settimanali in ambito di musica rap/hip-hop.
Quando per la prima volta ho sentito di un giornale di istituto la mia mente ha subito pensato a quei vecchi film basati nelle scuole americane e tutte le vibes che emanano (per intendersi, balli di fine anno, annuari, ecc…), non mi ricordo di aver esitato nel dare la mia risposta e subito mi sono iscritto. La mia esperienza con Il Dialogo è stata molto più dello scrivere degli articoli: prima della quarantena sono andato, insieme alla redazione, ad un’intervista a Radio Fly che venne seguita in diretta dalla mia classe.
Pensare di aver parlato con tutti gli aretini sintonizzati in quel momento su quella stazione radio è stato elettrizzante e spaventoso allo stesso tempo, ripensarci a distanza di anni ancora mi fa provare quelle emozioni.
Tutti gli articoli che ho scritto in questo mio viaggio sono stati per me dei piccoli segni che ho lasciato nella mia vita, nonostante essi possano non essere così celebri o famosi hanno fatto si che io avessi la possibilità di scrivere ciò che pensavo riguardo un argomento e di trasmettere i miei punti di vista con tutti voi.
Ho avuto tante soddisfazioni da tutti gli articoli che ho scritto, essi mi hanno accompagnato nel periodo bizzarro pre-covid contornato di disagi ambientali di tutti i tipi e hanno continuato a farlo durante la pandemia del coronavirus.
La redazione e gli incontri pomeridiani (via Meet) mi hanno fatto sentire meno solo e credo che valga lo stesso per tutti i miei colleghi.
L’esperienza di Any:
Ciao a tutti io mi chiamo Any, sono di origine asiatica e vivo in Italia da molti anni.
Fin dalla 5ª elementare ho sempre coltivato la passione di scrivere.
Anche ora scrivo sulle note del mio telefono, a volte persino cose che forse non racconterei neanche alla mia migliore amica, perché per me scrivere è come ritrovare me stessa, essere la mia stessa compagna con la quale condividere ogni cosa.
In prima superiore, ancor prima che cominciasse questo periodo difficile, feci un compito di italiano riguardo a cosa era per me l’amicizia, che avrebbero successivamente messo sul sito della scuola.
La mia professoressa lo mandò ai docenti che si occupavano del giornale scolastico, e una settimana dopo la mia professoressa di italiano mi riferì che gli era piaciuto molto il testo che scrissi; mi chiesero poi se avessi voluto partecipare alla redazione e io, senza pensarci neanche due volte, ho accettato.
Cosi cominciai, però che sfortuna, perché era cominciato il primo lockdown in Toscana, e non ho potuto continuare il lavoro quell’anno.
Verso l’inizio del secondo anno, ho scoperto che la mia professoressa di storia era la stessa che mi aveva chiesto di partecipare al corso; questa volta ho potuto scrivere per tutto l’anno, in piccoli gruppi o a coppie.
Siamo giunti alla fine dopo tante belle e brutte esperienze, e tante altre ci stanno aspettando.
Con le dita incrociate spero che l’anno prossimo porti un po’ di gioia a tutti, e grazie a tutti i miei colleghi che erano con me in questa piccola esperienza.
Scritto da Any Miah e Tommaso Nerozzi