Davide

di Davide Canacci

La didattica a distanza è un metodo che è stato adottato in tutte le scuole d’italia per affrontare l’emergenza causata dal Corona virus. La DAD (didattica a distanza) fa in modo che gli alunni entrino in videochiamata con i professori proprio come se fossero a scuola, solo che le lezioni durano 35 minuti rispetto ai 60 minuti della didattica tradizionale. La didattica a distanza ha cambiato molto il mio modo di seguire e di studiare , adesso con la didattica a distanza non riesco a seguire come prima, prima a scuola riuscivo a interagire con i professori, parlare, fare domande, ora non so il motivo, ma mi rimane molto difficile fare la stessa cosa. Penso forse perché, per me il parlare attraverso uno schermo non è parlare, per me il parlare è anche riuscire a trasmettere sentimenti, emozioni anche con il corpo, e con la didattica a distanza queste cose non sono possibili. Nello studiare e nel fare gli esercizi per casa non sto riscontrando troppi problemi, studio più spesso rispetto a prima e faccio quasi  tutti gli esercizi che mi assegnano per casa, sia perché questo è un mio dovere fare sia perché non ho altro da fare, non posso uscire come tutti.

Nella DAD non riscontro l’esistenza di fattori positivi ma solo di fattori negativi, anche solo il fatto di vedere tutte le persone che prima avevo vicine, guardarle attraverso uno schermo di 10 pollici mi da un fastidio impressionante, preferivo (come tutti noi almeno penso) essere in classe in questo momento con un foglio tra le mani piuttosto che a casa con una tastiera e un monitor. La DAD magari può avere anche effetti differenti magari anche positivi sulle persone che passano le intere giornate a sedere sulla sedia davanti allo schermo, come fanno ormai tutti i ragazzi della mia età, i quali invece di ritrovarsi fuori a parlare, si ritrovano in un gruppo sulla playstation. Forse questa mia visione negativa dipende dal fatto che mi sento un po’ “diverso” dal resto dei ragazzi della mia età e per questo a me , la didattica a distanza non piace.

La didattica a distanza è stata anche regolamentata da una circolare, la cosa non la trovo sbagliata.

Un altro aspetto negativo della didattica a distanza è la richiesta dei professori  di volerci controllare come fossimo a scuola e questo non è possibile, poi alcuni insegnanti sono arrivati anche a chiederci di accendere due dispositivi insieme, quando alcuni di noi hanno dovuto chiedere i computer allo Stato anche solo per riuscire a fare video lezioni, siamo completamente allo sbando, o almeno questo è il mio punto di vista. Gli aspetti positivi li ho riscontrati nello studio, mi sono ritrovato ad arrangiarmi per fare gli esercizi, ho imparato a usare programmi nuovi che avrei dovuto usare a scuola. La didattica a distanza tuttavia è stata organizzata bene per quanto rapidamente è stata resa operativa,ma non aiuta è solo un modo per far continuare la scuola, ma tutti sia alunni che professori sanno che non è così, non si avvicina neanche lontanamente alla scuola in presenza.

La quarantena ancora durerà a lungo e per come stanno andando le cose, penso che continuerà ancora per molto, la cosa che mi abbatte un po’ è il sapere che la scuola non riaprirà a Settembre e che molto probabilmente dovremmo continuare con questo metodo anche il prossimo anno.

In conclusione, spero di riuscire ad apprezzare tutto come facevo prima, anche se prima ciò avveniva grazie anche alla presenza dei miei amici e penso che sia anche questo che non mi fa apprezzare la didattica a distanza. Perché tutto passa attraverso le emozioni e se non si sta bene noi come riusciamo ad accettare le cose che ci vengono proposte (anche se in questo caso siamo obbligati)?

Per me è difficile stare bene, in questo periodo, anche perché analizzando un po’ il contesto io sono una persona che riesce a comprendere e che sa apprezzare un po’ tutto e purtroppo ora non colgo l’utilità DAD , perché essa non riesce ad avvicinare le persone come la scuola normale e non sprona gli alunni ad intervenire quando non capiscono una cosa, ma soprattutto è come se in questa situazione di distanza lo schermo voglia marcare ancora di più il divario tra chi insegna e chi apprende.

Questo è quello che penso e che provo.

Munch: Urlo