Il Rugby
di Andrea Del Seppia e Gian Matteo Ercolani, Classe II R
Lo sport del rugby nacque in una regione inglese, la Warwickshire, più precisamente in un campo da calcio, della Public School di rugby, dove il giovane William Webb Ellis, decise di prendere in mano il pallone da calcio e correre per tutto il campo, dando cosi vita al rugby.
I luoghi, dove il rugby è maggiormente praticato, sono:
Regno Unito, Irlanda, Galles, Nuova Zelanda, Australia, Sudafrica, Francia e le isole Fiji.
Ed è proprio in queste squadre, che nascono i maggiori talenti del rugby: i grandi Dan Carter e Jonny Wilkinson, i due giocatori che con il loro talento, hanno portato alla gloria le loro nazionali; uno dei più grandi di tutti i tempi, da cui i giovani prendono ispirazione è Jonah Lomu, che purtroppo è deceduto il 18 novembre 2015, a causa di uno arresto cardiaco.
Questo grande giocatore ha fatto parte di una delle squadre più forti e imbattute del rugby mondiale: gli ALL BLACKS, conosciuti anche per la particolarità della danza che esibiscono, ogni volta prima di una partita: la HAKA, danza tipica del popolo Maori come inno al sentimento o di gioia o di dolore.
Il bello di questo sport è, che trasmette dei sani valori, come la lealtà, la sportività, l’altruismo, lo spirito di sacrificio e soprattutto il rispetto verso i compagni e verso l’avversario.
Il rugby è uno sport di contatto, che si pratica in un campo di 100 metri di lunghezza e 70 metri di larghezza, con una palla, non sferica, ma ovale, con 15 giocatori contro 15 avversari: due piloni, un tallonatore, due seconde linee, due flanker, una terza linea, un mediano di mischia, un mediano di apertura, due ali, due centri, un estremo.
Al contrario di quello che si dice, il rugby non è uno sport violento, ma di contatto; non per questo non si verificano infortuni seri e gravi.
Questo, è anche uno sport molto complicato per le molte regole che lo caratterizzano; Infatti se le contiamo sono oltre 200, le più importanti sono: il fuorigioco, l’avanti (quando la palla viene passata in avanti), il placcaggio alto ecc..ecc.
Chi si avvicina a questo sport, lo fa per il forte spirito di lealtà, anche verso gli avversari, per il supporto che tutta la squadra deve tenere in campo, senza lasciare mai nessuno indietro, perché tutti possono giocare, indipendentemente se si è alti, bassi, grassi, magri, per ognuno c’è il suo ruolo.
Si crea un forte spirito di gruppo, molto intenso, non a caso, è tradizione di questo sport, mangiare insieme a tutta la squadra, e con i propri avversari, durante il TERZO TEMPO, una vera e propria filosofia. Che spettacolo!!!!
Non ci sono altri sport paragonabili al rugby, perché l’unione in campo resta anche fuori dal campo.
Al contrario di chi pensa che questo sport sia duro e non adatto per tutti, il rugby è fortemente consigliato anche dai pediatri, per curare tante malattie del comportamento nei bambini e ragazzi, soprattutto per chi ha problemi di socializzazione e di iperattività.
Molti grandi rugbisti dicono: il rugby prima entra nel cuore, poi nello stomaco e nella testa, infine ti resta attaccato addosso per tutta la vita.